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Foto © arm | |
Con tutto il rispetto, ma sono deluso della sua
campagna elettorale.
Fin ora mi era molto sinaptico come era il modio
di agire politicamente (apprate le questioni Benko e compaia bella),
e come si è espresso nel deitschen
Dialekt. Per me lei era la persona
giusta la posto giusto nel Walsch
targato Bolzano. Un Walscho
D.O.C. Sudtirolese. Fin ora! Quando ho
visto i manifesti elettorali del PD nella sua città, mi e venuto il
dubito. Ma questo vende il patrimonio comune per una manciata di
voti, era il mio primo pensiero. La fascia colorata non mi convince.
Mi ricorda la Dachmarke, che è il simbolo del vendere contenuti
superficiali. Come si fa a citare Hannah Arendt, senza mettere il suo
nome? È uso comune, se si cita una frase non propria, di riferirsi
al autore.
Come li viene quattro?
Pensi che la gente comune sa quale
è il significato del Niemand hat das
Recht zu gehorchen. Potrebbe essere
anche una frase del ramo combattente di Lotta Continua, o nella tradizione del autunno 1977. Pur trotto il mio
italiano – per mancanze di pratica – e di povere parole. Mi
manche la terminologia adatta, per esprimere la vergogniano
Fremdschämen
che provo, perché lei ha osato a gittare le ultime parole scritte di
Alexander Langer. Nessuno è degnino, sopra tutto in questo contesto,
a fare una cosa del genere. D' ora in in poi, lei per me è il
Barabbas-politico, che per tre Lira a venduto il ricordo e i
contenuti morali di Langer. Su questa eredità non si fanno le
scommesse. Toll!
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